Un fotogramma girato lungo il Mignore
Tra i tanti film girati nel territorio di Canale Monterano ce n’è uno davvero speciale, il Don Chisciotte (nel titolo originale Don Quixote) di Orson Welles. Ma cosa ha di particolare questa pellicola? Sicuramente il fatto di non essere stata completata, se non nel 1992, sette anni dopo la morte di Welles, per volere di Paola Mori, una delle mogli del regista americano. Ma non solo.Il film, infatti, fu autofinanziato dal regista americano e venne girato in periodi differenti, a partire dal 1955, con una troupe davvero ridotta al minimo e soprattutto senza una vera e propria sceneggiatura. Durante le riprese Welles fu costretto, inoltre, ad affrontare la sopravvenuta morte dell’attore protagonista e la cosa bloccò per anni questo progetto. Decise di riprendere il lavoro utilizzando una “controfigura” ma, quando nessun produttore sposò la sua idea di concludere il film con l’esplosione di una bomba atomica, il Don Chisciotte fu definitivamente chiuso in un cassetto.
Orson Welles sul set
Lo stesso Welles parlando della pellicola, divenuta per lui una vera e propria ossessione, affermava: “È veramente un film difficile. Devo dire anche che è molto lungo; quello che devo ancora girare non servirà a completare il metraggio: con il materiale esistente potrei montare tre film […] La cosa curiosa è che “Don Quixote” è stato girato con un’equipe di sei persone. Mia moglie (Paola Mori) era la “script girl”, l’autista piazzava le lampade, io dirigevo, facevo le luci e l’operatore in seconda. Solo attraverso la cinepresa si può avere l’occhio a tutto.”
Il film, come già accennato, venne completato dopo il 1985 da Jesus Franco che seguì alla lettera gli appunti lasciati da Welles e, alla sua prima proiezione, sollevò molte polemiche e critiche per la trama apparentemente senza senso e il montaggio poco professionale. Don Chisciotte è sicuramente un film che, partito per raccontare le vicende del cavaliere errante spagnolo, ha terminato la sua vita seguendo per certi versi lo stesso destino del suo protagonista e quello del suo autore Cervantes, convinto all’inizio di scrivere una semplice novella e non un vero e proprio romanzo. E anche Welles notò la cosa, affermando: “Più o meno mi è successo come a Cervantes che cominciò per farne una novella e finì per scrivere il Don Quixote. È un soggetto che una volta iniziato non si può più abbandonare.”
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